da Superando
di Luca Attanasio
Oltre duecento persone hanno partecipato a Roma a un incontro organizzato dall’Opera Don Calabria, per chiedere ai tanti rappresentanti politici presenti in sala, di farsi carico delle istanze poste dalla drammatica fase vissuta dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie. Per l’occasione è stato anche presentato un libro fotografico, riguardante un progetto di inclusione lavorativa
«Finalmente un dibattito vero, concreto e utile». Questo il commento di alcune delle oltre duecento persone che hanno partecipato all’incontro L’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità: dalle buone prassi alle politiche efficaci. Una sfida per la Regione Lazio [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.], promosso il 18 febbraio dall’Opera Don Calabria di Roma, in collaborazione con l’Unicoop Tirreno. Infatti, nell’affollatissima Sala Conferenze dell’ente religioso – dove per l’occasione è stato presentato il testo La sopravvivenza del ragno: ovvero del buon uso della libertà, libro fotografico frutto dell’esperienza del laboratorio di inclusione lavorativa Articolo 3, della stessa Opera Don Calabria – oltre ai relatori, hanno voluto far sentire la propria voce anche numerosi membri della platea.
Nell’introduzione, Luca Attanasio, moderatore dell’evento, ha chiesto ai tanti rappresentanti politici presenti in sala (candidati al Senato, alla Regione Lazio e al Comune di Roma) di farsi carico delle istanze poste dalla drammatica fase che vivono le persone con disabilità del nostro paese. «Nonostante esista una buona legge sul collocamento obbligatorio – ha denunciato – l’80% dei disabili sono inoccupati, si moltiplicano i casi di genitori che non riescono a mandare i propri figli disabili a scuola perché manca l’assistenza o il sostegno, mentre servizi e Terzo Settore sono allo stremo».
È seguìto un appassionato intervento di benvenuto dell’ospite della casa, il direttore dell’Opera Don Calabria di Roma Fratel Brunelli, che ha ribadito il principio ispiratore dell’ente religioso, quello cioè di stare sempre dalla parte degli ultimi, mentre Francesco Reposati, responsabile dell’Area Semiresidenziale dell’Opera, ha illustrato l’organizzazione e il senso dei tanti servizi alle persone con disabilità.
«Il diritto all’inclusione sociale e lavorativa delle persone disabili – ha affermato poi Claudio Cecchini, candidato al Consiglio Regionale del Lazio – deve partire da azioni che garantiscano innanzitutto il loro diritto allo studio e proseguire con provvedimenti che vadano anche oltre il percorso scolastico. Negli ultimi due anni, la Regione ha tagliato i fondi di sostegno alle cinque Province del Lazio per i progetti di assistenza scolastica. Spero dunque che dopo le prossime elezioni questa tendenza si inverta». «All’Opera Don Calabria – ha concluso Cecchini – voglio dire che, come da molti anni, sarò al fianco di essa, portando avanti le ragioni di una profonda riforma dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza e dell’integrazione, con una nuova legge del welfare».
Tornando al già citato esperimento condotto dal Laboratorio Articolo 3, da cui è nato il progetto editoriale della Sopravvivenza del ragno – iniziative particolarmente significative, in una fase come questa, di vera e propria “emorragia” di opportunità di inclusione sociale per le persone con disabilità, in cui la parola “crisi” si è trasformata in una sorta di “mantra” che si ripete per giustificare ruberie conclamate e, nel migliore dei casi, inadempienze, con i progetti che pervicacemente insistono nella faticosa opera di integrazione lavorativa, costretti a farlo tra mille difficoltà e riduzione di fondi e personale – va detto che la scelta di un libro fotografico ha una chiara motivazione: «Permette – ha spiegato infatti Daniele D’Orazio, fotografo e co-autore del testo – di cogliere la persona nel contesto in cui opera quotidianamente e, attraverso il colore, il movimento, il primo piano, di rendere appieno il percorso di realizzazione che questo progetto ha rappresentato per molti».
«Abbiamo inserito nove persone con disabilità – ha raccontato poi Isabella Codispoti, psicologa e psicoterapeuta del Progetto Articolo 3 – in contesti lavorativi prima protetti (le strutture dell’opera Don Calabria), poi esterni: lavanderie, ristoranti, scuole materne ecc., per tirocini. Abbiamo seguito pedissequamente gli sviluppi, operando a stretto contatto con i luoghi di lavoro, con gli enti che seguono i disabili e con le famiglie. Tutti e nove sono usciti da questo percorso rigenerati, con grande fiducia in se stessi e ben inseriti».
«Ma il processo di integrazione – le ha fatto eco la collega Silvia Zaccheddu – è stato biunivoco. Anche i datori di lavoro, infatti, si sono “integrati”, rilasciando tutti dichiarazioni entusiastiche sull’esperimento, come è possibile notare anche nelle interviste pubblicate sul libro».
«I disabili siamo tutti noi, chi più chi meno», ha chiosato Ruggero Piperno, direttore tecnico-sanitario e curatore del testo. «Una società o è solidale e saprà salvarsi unita e coesa, o si perderà definitivamente in un’idea chiusa di sé».
Di grandissimo impatto, infine, l’intervento conclusivo di Marco Dori, del Settore Risorse Umane, Area Sviluppo e Personale di Unicoop Tirreno, che ha spiegato con dovizia di particolari i percorsi di inserimento che la stessa Unicoop persegue da anni in tutta Italia e che rappresentano un vero e proprio “fiore all’occhiello” dell’azienda. «Grazie a collaborazioni come quella tra noi e Articolo 3 – ha detto – si riesce a inserire, seguire, facilitare l’inclusione della persona con disabilità e portarla ad avere, questa è la nostra esperienza, una piena collocazione e una carriera lavorativa in evoluzione».