E ben lo dimostra un progetto come Calciosociale a Roma, iniziativa unica nel suo genere, che in un quartiere degradato alla periferia della Capitale mette insieme tante persone con diverse problematiche. I responsabili di esso incontreranno quelli di altre organizzazioni impegnate su obiettivi analoghi, nel corso di un seminario organizzato per il 7 maggio dall’Opera Don Calabria
Sarà l’Opera Don Calabria di Roma a ospitare martedì 7 maggio il seminario Sport e Integrazione (Sala Conferenze, Via Giambattista Soria, 13, Primavalle, Roma, ore 10.30). «Si immagini – spiegano gli organizzatori dell’incontro – un quartiere degradato alla periferia di Roma [il quartiere Corviale, N.d.R.], un centro sportivo fatiscente; si pensi a tanta gente con grande voglia di integrazione, disabili mentali, minori in custodia giudiziaria, operatori sociali, psichiatri, alcolisti, madri, padri, bambini. Li si metta tutti insieme, con il sogno che dai tanti problemi si possa uscire, creando un destino comune e ridando ad ognuno speranza e fiducia: è Calciosociale, progetto unico nel suo genere, che sfrutta le meravigliose potenzialità di uno sport, e crea integrazione».
Durante l’incontro del 7 maggio, quindi, introdotti da Fratel Brunelli, direttore dell’Opera Don Calabria di Roma, il promotore di Calciosociale Paolo Masini e il presidente Massimo Vallati incontreranno le esperienze della polisportiva romana Aurelia World Sport Service – centro sportivo dilettantistico che si ispira ai principi della solidarietà, rappresentato da Mauro Morelli – e quelle di Sport Senza Frontiere, con Sandro Palmieri, associazione che raccoglie bambini italiani, immigrati, o di etnia Rom, permettendo loro di praticare gratuitamente rugby, calcio, pentathlon moderno, scherma, equitazione, nuoto.
«Lo sport, infatti – concludono dall’Opera Don Calabria – oltreché strumento che mira al benessere psicofisico della persona, è un potente veicolo di inclusione. I suoi princìpi sono popolari, democratici, favoriscono uguaglianza e giustizia. Tutte cose di cui, specie nella fase attuale della nostra società, c’è grande bisogno». (S.B.)