L'ambulatorio sociale di psicoterapia "Qui si paga quello che si può e se si può"

da Repubblica.it, 8/2/2012

E' il presidio sanitario assai democratico e popolare, accessibile a tutti. Una scommessa clinica, culturale e sociale, che instaura un contratto di fiducia con il paziente a cui si consegna una lettera in cui si spiega la filosofia dell'iniziativa.E' un gruppo di 20 psicoterapeuti che pratica tariffe fisse e lascia libero il paziente di scegliere a seconda delle proprie possibilità

di Luca Attanasio

Il dottor Ruggero Piperno ROMA - Il disagio psicologico, quello che mina la giornata fin da quando ci si desta e che confonde o deprime, che aliena o fa chiudere in sé stessi fino al pensiero suicidario, ha il duplice svantaggio di danneggiare la persona e chi le vive accanto. Inoltre, almeno in Italia, c'è il problema in più di trovare poche risposte nelle strutture pubbliche. È sempre più difficile, ad esempio, che una persona che presenti sofferenza mentale possa affrontare una psicoterapia affidandosi al Servizio Sanitario Nazionale. L'idea che emerge è che i malanni di “testa” siano più sopportabili di quelli del corpo. Ma non è così.

L'ambulatorio democratico. Appare geniale, dunque, l'idea che hanno avuto Ruggero Piperno, nella foto, uno psicoterapeuta e psichiatra con un grosso passato nel servizio pubblico, e l'Opera Don Calabria di Roma 1. “La sofferenza psicologica - spiega Piperno - ha una matrice bio-psico-sociale, è quindi particolarmente sensibile ai mutamenti sociali ed economici. In un momento così particolare, di vera e propria recessione, aumentano le richieste ma, paradossalmente, diminuiscono drasticamente le offerte. Noi abbiamo deciso di aprire il nostro ambulatorio a tutti, di ridurre al minimo - non più di giorni - i tempi di attesa e, soprattutto, di chiedere al paziente di pagare come e quanto vuole”. Si chiama Ambulatorio Sociale di Psicoterapia 2, il presidio sanitario forse più democratico e popolare al mondo. Di certo, accessibile a tutti. “L'ambulatorio - sempre Piperno - è una scommessa clinica, culturale e sociale. È un contratto di fiducia con il paziente a cui, quando si rivolge a noi, consegniamo una lettera in cui spieghiamo la nostra filosofia”. Una presentazione del servizio in cui il gruppo di 20 psicoterapeuti gestito da Piperno chiarisce che le sedute non prevedono tariffe fisse e lascia libero il paziente di scegliere a seconda delle proprie possibilità.

Le carenze del servizio pubblico. La psicoterapia è una cura sanitaria prevista dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza 3), dovrebbe quindi essere assicurata dal Servizio Sanitario Nazionale, ma i Dipartimenti di Salute Mentale assumono sempre meno psicologi e psicoterapeuti. È stato sufficiente lanciare l'idea e inaugurare il centro due anni fa per vedere in breve tempo schizzare le richieste di terapie. Nel 2011, l'ambulatorio ha svolto 4.519 visite e ricevuto 200 pazienti. Le previsioni per l'anno appena cominciato sono di crescita esponenziale: un'offerta dalla parte del paziente che incontra una richiesta generale in netto aumento.

La sofferenza mentale in Italia ed Europa. In Europa un cittadino su quattro è affetto da patologie mentali, alcune delle quali conducono al suicidio, un evento drammatico che riguarda circa 60.000 cittadini europei ogni anno. La cifra supera il numero di morti annue causate da omicidi, incidenti stradali, o AIDS. In Italia, denuncia l'OMS, si suicidano circa 4.000 persone all'anno, un fenomeno in costante aumento dal 2008. Nel nostro Paese, così come nel resto della UE, i tipi più comuni di disagi mentali sono i disturbi legati all'ansia e la depressione. “Ma va anche detto - afferma con forza Damiano Biondi, il coordinatore del team di psicoterapeuti - che le patologie legate a disturbi mentali, sono tra quelle che hanno maggiore possibilità di cura e guarigione. È proprio per questo che vogliamo che il nostro ambulatorio ruoti attorno al concetto di accessibilità globale, che raggiunga il più ampio ventaglio possibile di persone e faccia capire a tutti che un intervento di psicoterapia non è elitario. Al contrario è uno strumento praticabile che opera sia nel senso della prevenzione che della cura”.

Solidarietà e condivisione. Dei pazienti afferenti all'Ambulatorio, il 18% circa sceglie di non pagare nulla, mentre il restante 82% eroga una tariffa che ha permesso al servizio di limitare il passivo e di innescare una tendenza virtuosa che fa ben sperare nel breve termine. L'idea è che tutti aiutano tutti, dando vita a un circolo di condivisione che punta a una più equa redistribuzione delle capacità. “Siamo ben felici di venire in soccorso dell'Ambulatorio - sorride Fratel Giuseppe Brunelli, Direttore dell'Opera Don Calabria di Roma - e sostenerlo per la parte “in rosso” che, chiariamo subito, è in tendenza decrescente. Per noi la cura non può essere un gioco di mercato, la sofferenza della gente è al centro del nostro progetto e l'ambulatorio riflette appieno il nostro spirito. È significativo, poi, che quasi tutti i pazienti scelgano di pagare comprendendo interamente l'ideale del centro: alla fiducia, le persone rispondono con fiducia”.

Il seminario del 10 febbraio. Ma l'ambulatorio, assieme all'Opera Don Calabria, vuole anche promuovere cultura, riflessione sulla società e sul ruolo di operatori sociali e terapeuti. “Il 10 febbraio - annuncia Manuela Materdomini, una delle psicoterapeute dell'Ambulatorio - si svolgerà qui da noi il Seminario “Il Futuro non è Scritto”, un'occasione per dibattere sulla funzione dello psicologo tra crisi occupazionale, misconoscimento del suo ruolo e desiderio di mettersi a servizio della società”.

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