di Luca Attanasio
L’Opera Don Calabria festeggia i suoi 80 anni di presenza a Roma: offre con competenza servizi e progetti a scopo riabilitativo, assistenziale e ricreativo, diurni e residenziali accreditati e convenzionati con le istituzioni, rivolgendosi a persone con problemi di salute mentale e alle loro famiglie. Nella capitale è presente anche una casa di accoglienza, che prevede un’ospitalità di tipo turistico-alberghiero e uno studentato per sacerdoti e religiosi provenienti da Diocesi dei Paesi in via di sviluppo e per studenti fuori sede che frequentano le Università romane. Luca Attanasio ne ha parlato con mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas romana, Claudio Cecchini, assessore alle Politiche sociali della Provincia di Roma, e fratel Giuseppe Brunelli, direttore dell’Opera Don Calabria:
D. – Mons. Enrico Feroci, l’Opera Don Calabria festeggia 80 anni di presenza a Roma, di vicinanza ai più poveri…
R. – Io come direttore della Caritas non solo esprimo il ringraziamento ma anche l’incoraggiamento da parte della Diocesi di Roma. Con la Caritas, l’Opera Don Calabria collabora già da molti anni.
D. – L’Opera Don Calabria è uno dei soggetti promotori dell’iniziativa “Roma reciproca”…
R. - Come Caritas ho cercato di mettere insieme alcune realtà che vivono e che servono i poveri in questa città di Roma. E vogliamo dare un messaggio speciale in questo senso proprio come Chiesa di Roma.
D. – Assessore Claudio Cecchini che significato ha questa presenza dell’Opera Don Calabria a Roma?
R. – Ha un grande significato perché in questi 80 anni a Roma, in vari quartieri, l’Opera Don Calabria ha rappresentato una presenza estremamente significativa, radicata sul territorio a contatto con la gente, e ha anche saputo modellare i propri servizi in risposta all’evoluzione sociale e culturale. Servizi che sono stati realizzati nell’originalità e nell’autonomia della Congregazione ma anche sempre ricercando un rapporto di leale collaborazione con le istituzioni. Noi stessi, come Provincia, abbiamo insieme realizzato una serie di servizi.
D. – Fratel Giuseppe Brunelli, una sua riflessione su questi 80 anni …
R. – E’ un anniversario che ci teniamo molto a celebrare ma è anche un impegno rinnovato per essere fedeli a quel carisma che ci ha portati a Roma nel 1932, dove i nostri primi religiosi di quel tempo hanno iniziato una vera epopea di donazione e di sacrificio, di ricostruzione nelle famose borgate. Lì c’è stata una comunità, un fermento evangelico, che ha scoperto la ricchezza di stare dalla parte dei poveri.
D. – 80 anni significa anche essere anziani, ma lo spirito è sempre giovane …
R. - Lo spirito non invecchia e qui abbiamo uno spirito che veramente è attuale e ringiovanito, autentico, a partire dai più deboli ed è lì il segreto. La nostra missione è scoprire quel Gesù Cristo che vediamo nel povero.