Da Superando
di Luca Attanasio
Infatti, specie quando si parla di disabilità complesse (intellettive e/o psichiatriche), servono anche passaggi graduali, che facciano “imparare a lavorare” le persone, in tempi e con sostegni adeguati. Ne sono convinte l’Opera Don Calabria e la Comunità Capodarco di Roma, già promotrici nella Capitale del FORUM – Disabilità-Formazione-Lavoro, che durante un incontro del 27 novembre presenteranno due proposte operative sulla materia
«Il lavoro – sottolineano i promotori dell’Incontro con gli Amministratori di Roma Capitale per condividere nuove opportunità di inclusione sociale per le persone con disabilità, in programma per mercoledì 27 novembre a Roma e denominato È tempo di partecipazione - rappresenta per chiunque sostentamento, dignità, realizzazione del sé. Per le persone con disabilità, oltre a tutto ciò, l’impiego significa una restituzione di storia personale e una riconsegna dell’individuo alla sua comunità, con benefiche conseguenze nella strutturazione della sua identità ed effetti terapeutici indubbi. Qualsiasi statistica dimostra infatti che, se inseriti nel giusto contesto, i disabili sono una risorsa reale per le aziende, non un peso, in quanto a produttività, puntualità, attaccamento al lavoro, onestà. Eppure, secondo i dati Istat più recenti, i disabili in età lavorativa occupati in Italia sono meno del 18%. Se poi la persona da occupare ha difficoltà cognitive o psichiche, si scende addirittura all’1,5%».
Perché dunque realizzare inserimenti lavorativi per persone con disabilità è in genere così difficile, e per quelle con disabilità intellettiva addirittura proibitivo? Perché si parla con sempre maggiore frequenza di fallimento di politiche di inclusione, piuttosto che interrogarsi sul perché di tale insuccesso?
A tali quesiti, l’Opera Don Calabria di Roma – che nel 2012, insieme alla Comunità Capodarco ha dato vita nella Capitale al FORUM – Disabilità-Formazione-Lavoro, cui aderiscono decine di associazioni, enti, rappresentanze sindacali e professionisti del settore sociale e sanitario – ritiene si debba rispondere non soltanto con le leggi – per altro meritorie, in Italia, pur se spesso eluse – ma anche con passaggi graduali, che facciano “imparare a lavorare”, in tempi e con sostegni adeguati, soprattutto nel delicato campo dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità complessa (intellettiva e/o psichiatrica).
«Ci sono persone – spiegano infatti dall’Opera Don Calabria – che fanno fatica a tenere il passo, e che se catapultate in contesti lavorativi senza adeguate risorse, non possono che fallire. Non è detto, però, che tali persone, non possano sorprenderci. Un pensiero lungo su di loro rivelerebbe scenari inattesi di cambiamento e grandi benefìci per la comunità tutta».
Durante l’incontro del 27 novembre, quindi (Centro Convegni FILO Opera Don Calabria di Roma, Via Soria, 13, ore 9-13), la stessa Opera Don Calabria e la Comunità Capodarco intendono presentare due concrete proposte operative, vale a dire una normativa regionale per attivare progetti di inclusione sociale in ambiente lavorativo per persone con disabilità complessa e l’istituzione della figura professionale del “mediatore dell’inclusione lavorativa”.
Alla presenza degli assessori del Comune di Roma Rita Cutini (Politiche di Sostegno Sociale, Sussidiarietà e Promozione della Salute) e Daniele Ozzimo (Politiche del Lavoro e della Formazione Professionale, della Casa e dell’Emergenza Abitativa), introdurrà i lavori fratel Giuseppe Brunelli, direttore dell’Opera Don Calabria, ed è previsto l’intervento di Erica Battaglia, presidente della Commissione Politiche Sociali del Comune di Roma, Luigi Politano, presidente della Comunità di Capodarco di Roma, Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Augusto Battaglia, già promotore della Legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità.