Lo sport per l'integrazione I progetti per superare il razzismo

da Paese Sera

Tre idee per abbattere le barriere etniche e sociale nel seminario di oggi all'opera don Calabria di Roma. Masini (Pd): “Rilanciare un modello di società dal basso verso l’alto in cui ci sia spazio per tutti”.

Sport e integrazione. Una partita, un calcio ad un pallone per superare le barriere del razzismo. Ne sono convinte le associazioni che oggi hanno partecipato al seminario all’Opera don Calabria di Roma.

“Il gioco e il divertimento, al pari di altri quali la salute, l’istruzione, la libertà, sono diritti inalienabili per l'uomo, mezzi di realizzazione personale, ottimi rimedi per la salute, concorrono alla felicità”. Idea scritta nera su bianco nella Carta Internazionale dello Sport e dell’Educazione Fisica dell’Unesco. Una pratica che non serve solo per il benessere fisico ma perché i suoi principi sono popolari, democratici, favoriscono uguaglianza e giustizia.

Massimo Vallati ricorda come abbia ribaltato “le regole in un mondo in cui va avanti solo il più forte”. Tutto grazie al progetto di ‘Calciosociale’, che fa scendere in campo minori in custodia giudiziaria, operatori sociali, psichiatri e alcolisti. “Da noi giocano tutti – spiega Vallati – e il più forte non può segnare più di tre gol a partita”. I rigori li batte il più debole e le squadre devono autoregolamentarsi, perché non esistono né arbitri né guardalinee”.

Il consigliere capitolino Paolo Masini punta sulla “rigenerazione umana, urbana e civica”. Per farlo, aggiunge, bisogna rivoluzionare i quartieri, “dove ci sono ormai più sale bingo di cinema e teatri, più compro oro che centri per l’aggregazione, più cemento selvaggio che verde”. Per questo si è impegnato in Calciosociale per “un’idea di società dal basso verso l’alto in cui ci fosse spazio per tutti”.

‘Sport Senza Frontiere’, racconta Sandro Palmieri, coinvolge bambini italiani e immigrati per farli giocare insieme a rugby, calcio, pentatlon, scherma. Un centinaio di ragazzi partecipa all’iniziativa in 25 strutture sportive. “L’inizio è stato difficile – spiega Palmieri – ora fanno parte di un gruppo”. Ed già partita la solidarietà verso chi non può permettersi l’abbigliamento sportivo a chi non può permetterselo”.

World Sport Service, invece, è la realtà sportiva primavallina che raccoglie giovani dal 1947. Lo spirito che la anima è ispirato alla solidarietà e, al di là delle scuole calcio classiche, punta a sviluppare discipline che favoriscano l’inserimento di disabili.

Cookie policy