di Ruggero Piperno
Ora che le ho detto di me, parliamo di lei. Vorrebbe sapere qual è il suo disturbo? Vede questo librone che ho sulla scrivania? Si chiama DSM V, ci sono migliaia di diagnosi, è uscito da poco, in realtà non l’ho letto perché in tanti anni ancora non ho finito quello precedente, ma per non andare troppo per il sottile le potrei dire che lei ha…:
…un difficile contatto con la realtà. Se posso essere più preciso? Guardi non vorrei che si impressionasse perché è una parola che suona male, ma oggi ci si può fare molto. Insiste per sapere come si chiama… direi una lieve forma di schizofrenia… ma le dicevo si può fare molto, ci sono farmaci moderni che la possono aiutare, certo hanno qualche effetto collaterale, fanno ingrassare e altre cose, ma se stiamo attenti possiamo attenuarli. No, questi farmaci non possono essere prescritti privatamente, la legge prevede un piano terapeutico attuabile solo in un Centro di Salute Mentale, se no li pagherebbe tutti lei. Se la posso indirizzare a qualcuno di preciso? Ho paura di non poterla aiutare perché sarebbe controproducente, ma vada tranquilla/o, ho grande fiducia che verrà accolta/o bene e con competenza. Si, oltre ai farmaci ci sono tante forme di psicoterapia, per lei da sola/o, con la sua famiglia ed altro. Vorrebbe sapere se nei Centri di Salute Mentale fanno queste terapie? Certo, questi centri hanno la massima esperienza in questo campo, anche se dipende un po’ da zona a zona, perché i centri sono territoriali.
…per non usare paroloni potrei dirle che lei ha un carattere un po’ iroso, sono contento che abbia chiesto un aiuto, sa nei casi come il suo è raro che la gente accetti di farsi aiutare. Pensa che sia una cavolata? Va bene, ma non c’è bisogno d’irritarsi… Ci sarebbero dei farmaci che la potrebbero aiutare. Non ne vuole neanche sentire parlare? Allora potremmo provare a vederci qualche volta e farci una chiacchierata. Pensa che non serva a nulla. Capisco, ma allora perché è venuto? Perché se no sua moglie minacciava di lasciarla… Forse potrebbe venire con sua moglie? Bene, conto che ci rifletterà.
…un disturbo comunissimo tanto che la diagnosi se l’è fatta da sola. Attacchi di panico, il disturbo più tragico sul piano soggettivo ma anche meno pericoloso nella realtà. La posso rassicurare che non corre alcun reale rischio fisico. Certo che si può curare e i pareri sono quasi unanimi: psicofarmaci, che aumentano una sostanza nel suo cervello che si chiama serotonina, e psicoterapia di stampo cognitivo comportamentale. Se anche io sono d’accordo? Abbastanza. Penso che sarebbe utile uno psicoterapeuta che abbia uguale attenzione ai suoi sintomi ma anche ad altri aspetti della sua personalità e questo dipende più dalla persona che dalla scuola, per quanto riguarda i farmaci a volte sono molto utili a volte se ne può fare a meno. Vorrebbe sapere se potrà guarire completamente? Vede, questo onestamente non glielo posso promettere, ritengo che potrà stare sicuramente meglio, anche molto meglio. Questo periodo potrebbe essere solo un brutto ricordo, ma potrebbe riverificarsi qualche periodo di difficoltà.